Il diritto penale tedesco sta subendo un processo graduale ma costante d'internazionalizzazione. Questa tendenza ha conseguenze notevoli sul processo giuridico. Ci sono molte fattispecie di reati che non avvengono solo in un solo Stato ma che sono internazionali (a volte transnazionali). Per questo, c'è una cooperazione rafforzata tra gli Stati europei. Un esempio, nella prassi, è quello di un cittadino italiano che commetta un reato nel territorio tedesco e poi si faccia ritorno in Italia. In questo caso, le autorità provvedono a emettere un mandato di arresto europeo, attraverso il quale l'Italia concede l'estradizione in Germania dell'indagato.
La procedura penale tedesca è strutturata in modo simile a quella italiana. La prima fase è l'indagine. La notizia di reato è decisivo per l'avvio di un procedimento d'indagine penale. Alla conclusione, il pubblico ministero può decidere se archiviare il caso o presentare una richiesta di rinvio a giudizio o emissione di decreto penale di condanna. In quest'ultimo caso, Vi sarà processo solamente se l'incolpato decide di opporsi alla condanna emessa. Pertanto, vi saranno una o più udienze, dove saranno sentiti i testimoni, la parte lesa e l'imputato, e alla fine il Giudice pronuncerà condanna di condanna o assoluzione. Il procedimento penale in Germania è diviso in due parti, la cosiddetta "Erkenntnisverfahren" e la cosiddetta "Vollstreckungsverfahren". Il procedimento per il riconoscimento di un reato, a sua volta, può essere suddiviso come segue: il procedimento preliminare, il procedimento intermedio e il procedimento principale.
Spesso sembra quasi inevitabile mettere l'imputato in detenzione preventiva (§§ 112 e seguenti StPO). La detenzione preventiva prevede il collocamento di un imputato in una sezione speciale di un istituto correzionale (JVA) o in un centro speciale di detenzione preventiva. Questa è la più grave violazione da parte dello Stato dei diritti del cittadino, per il quale - fino a prova contraria con una condanna definitiva la presunzione d'innocenza si applica ancora nella massima misura possibile. Così, l'ordine di prendere una persona in custodia (il cosiddetto mandato d'arresto) può essere emesso solo da un tribunale. Nei procedimenti preprocessuali, il giudice istruttore è competente all'emissione di questa misura estrema. Bisogna distinguere tra la detenzione preventiva e il cosiddetto arresto provvisorio, che è una detenzione provvisoria dell'accusato, che può essere ordinata dal pubblico ministero e dalla polizia in caso di pericolo imminente e può durare al massimo 48 ore prima che l'accusato sia portato davanti a un giudice istruttore per una decisione sull'ordine di detenzione preventiva o sul rilascio. Anche se le persone in custodia cautelare sono trattenute fisicamente in un istituto correzionale, non si tratta né di una punizione (questa può avvenire solo dopo l'udienza principale nel cosiddetto procedimento di esecuzione), né i detenuti in custodia cautelare si trovano "in una cella" insieme a criminali (eventualmente pericolosi) che sono già stati condannati con effetto definitivo.
Lo scopo della detenzione preventiva è principalmente quello di salvaguardare il procedimento penale. Due condizioni devono essere soddisfatte come prerequisiti essenziali per ordinare la detenzione preventiva, ovvero ci deve essere un forte sospetto di un crimine e un motivo di detenzione contro l'imputato. Un tale sospetto sarà fondato se, secondo i risultati dell'indagine, vi sia un'alta probabilità che l'imputato abbia commesso un reato. Un altro motivo di detenzione preventiva esiste nel caso di pericolo di fuga o pericolo di collusione, ovvero che l'accusato sia già latitante o possa diventarlo, o che ci sia il pericolo che distrugga le prove o le manipoli(per esempio intimidendo i testimoni). Un'altra ragione per ordinare la carcerazione preventiva può essere un pericolo imminente di reiterazione del reato, che è particolarmente rilevante in relazione ai reati sessuali.
Per la durata della carcerazione preventiva vige il principio che questa possa essere mantenuta oltre i sei mesi solo se la particolare difficoltà o la portata speciale dell'indagine o un'altra ragione importante non permetta ancora la definizione del processo e giustifichi il prosieguo della detenzione. Qui, la regola di diritto nella forma del cosiddetto requisito di accelerazione, cioè la richiesta agli organi statali coinvolti nell'azione penale di condurre il procedimento penale con la massima celerità possibile finché l'accusato è in detenzione preventiva, si scontra con lo scopo di garantire il procedimento penale. Quanto più ampio è il divario tra questi interessi, tanto più chiaramente si manifesta il pericolo di una violazione del diritto a un processo equo (art. 6 CEDU) a causa di una durata eccessivamente lunga del procedimento.
Le indagini rappresentano la fase preliminare del procedimento.
Il pubblico ministero o la polizia avviano un procedimento preliminare se c'è una prima notizia di reato. Questa conoscenza avviene mediante la presentazione di una denuncia penale, presentata solitamente dalla persona colpita dal reato (la persona offesa o vittima), ma può anche essere presentata da qualsiasi altro cittadino che non sia direttamente minacciato o leso dal reato (per esempio un vicino, un amico, ecc.).
Sulla base del cosiddetto "principio di legalità", l'autorità di perseguimento penale (polizia o ufficio del pubblico ministero) è obbligata ad avviare indagini penali dopo essere venuta a conoscenza di un comportamento potenzialmente punibile. Questo principio procedurale è inderogabile, per cui un ufficiale di polizia o un pubblico ministero può rendersi perseguibile all'occorrenza omettendo di prendere le misure necessarie per l'azione penale.
A tal fine, è autorizzato a richiedere informazioni a tutte le autorità e a condurre indagini di qualsiasi tipo, nell'ambito dei suoi poteri. Se il possibile autore del reato non è ancora del tutto chiaro, le indagini penali possono inizialmente essere dirette contro "ignoti". Tuttavia, non appena un sospetto o anche più sospetti sono stati identificati, diventano persone accusate. In linea di principio, il pubblico ministero è il "padrone del procedimento", vale a dire che lo svolgimento del procedimento preliminare è in gran parte nelle sue mani (a parte la riserva di autorizzazione del giudice istruttore in alcuni casi quali le perquisizioni).
Le indagini sono principalmente intese come attività volta alla raccolta di prove. Questo include l'interrogatorio dei testimoni (incluso l'interrogatorio di coloro che sono stati offesi dal reato), la raccolta delle prove sulla scena del crimine e la raccolta di tutte le altre prove. Questo lavoro investigativo è svolto dal pubblico ministero che indaga in prima persona, oppure incarica la polizia, che, grazie al suo personale e all'equipaggiamento tecnico, nonché all'esperienza criminologica, può andare a fondo nell'appurare i fatti. Un altro punto chiave del lavoro investigativo è l'interrogatorio dell'accusato
Il sospettato deve essere informato dell'indagine in corso?
L'accusato deve essere informato prima dell'inizio dell'interrogatorio che è libero di interpellare un avvocato difensore di sua scelta in qualsiasi momento e che può rimanere in silenzio. Inoltre, prima dell'inizio del primo interrogatorio, l'imputato deve essere informato del reato di cui è accusato. In caso d'interrogatorio da parte del pubblico ministero o di un giudice, l'imputato deve inoltre essere informato su quali disposizioni penali vengono prese in considerazione. Questi doveri d'istruzione proteggono la libertà d'autoincriminazione, ovvero il principio per il quale nessuno è obbligato ad accusare se stesso. Questo principio è un diritto costituzionale equivalente a un diritto fondamentale e significa che l'imputato gode di un diritto al silenzio completo durante tutto il procedimento penale, che non può essere usato a suo svantaggio se viene esercitato coerentemente. Quindi, é possibile restare in silenzio se interrogati, ma non evitare di presentarsi, se invitati. In caso di mancata comparizione sia l'imputato che il testimone sono minacciati da misure coercitive (come l'essere portati davanti a un giudice con una citazione a comparire).
Che strumenti hanno gli inquirenti, durante le indagini?
Misure (coercitive) che possono essere utilizzate nel corso del procedimento preliminare sono: perquisizioni di persone o appartamenti, esami fisici, osservazioni, intercettazione telefonica e utilizzo di mezzi tecnici (ad esempio attraverso l'uso di dispositivi di localizzazione, dispositivi per la visione notturna, dispositivi GPS, ecc.), l'uso di IMEI catchers per mezzo dei quali è possibile determinare i dispositivi mobili utilizzati, il numero della carta nonché la posizione del telefono cellulare, o anche l'uso di cosiddetti investigatori sotto copertura, ecc.
I rispettivi prerequisiti delle singole misure sono regolati nel codice di procedura penale (StPO). Molte di queste misure richiedono l'autorizzazione del giudice e non possono essere semplicemente utilizzate arbitrariamente autorità inquirenti. In questo contesto, l'inammissibilità dei metodi d'interrogatorio proibiti come il maltrattamento, lo sfinimento, la coercizione fisica, la somministrazione di droghe, la tortura, l'uso d'inganno o l'ipnosi é evidente. Inoltre, la minaccia di una misura inammissibile o la promessa di un vantaggio non previsto dalla legge sono vietate, né non sono ammesse anche misure che compromettono la memoria o la capacità di comprensione dell'imputato.
Alla fine del procedimento preliminare, il pubblico ministero decide se chiedere il rinvio a giudizio o interrompere il procedimento. Nel primo caso, il procedimento preliminare viene trasferito al procedimento intermedio. L'accusato è ora indicato come imputato. Se il tribunale - indipendentemente dall'ufficio del pubblico ministero - ritiene che vi sia un sospetto sufficiente, emette il decreto di rinvio a giudizio. Un sospetto sufficiente è sempre da presumere qualora la condanna sembri probabile sulla base delle indagini finora svolte. Se invece il pubblico ministero stesso ritiene che non vi siano probabilità di ottenere una condanna, o la condanna sarebbe particolarmente lieve, e quindi non vi sia interesse nell'esercizio dell'azione penale, può esso stesso chiedere di non procedere, in base al principio di opportunità.
Il procedimento intermedio è seguito dal cosiddetto procedimento principale, se c'è un sufficiente sospetto del reato ed è stata emessa una decisione di apertura del processo. A partire da questo punto, l'accusato è chiamato "imputato" (§ 157 StPO). Il procedimento principale davanti alla corte si divide a sua volta in preparazione al processo principale e svolgimento del processo principale stesso. Durante la preparazione, il tribunale deve, tra le altre cose, fissare una data, ordinare le citazioni e notificare l'ordine di apertura con la citazione all'imputato o al suo difensore e, se del caso, ai testimoni.
L'udienza principale costituisce il nucleo del procedimento penale e inizia con la convocazione del caso. Il giudice che presiede controlla poi se l'imputato e il suo difensore sono presenti.
L'atto d'accusa viene quindi letto. Il giudice che presiede annuncia poi se hanno avuto luogo discussioni su un patteggiamento, e se sì, il loro contenuto essenziale. Questo obbligo si applica anche nel prosieguo dell'udienza principale, nella misura in cui sono intervenuti cambiamenti rispetto alla notifica dei capi d'imputazione. Segue l'istruzione dell'imputato sul suo diritto di rimanere in silenzio e l'interrogatorio dell'imputato sulla questione. Se decide di avvalersi del suo diritto di rimanere in silenzio in virtù del principio di libertà dall'auto incriminazione, questo non può essere interpretato a suo svantaggio durante il processo, perché "nessuno è obbligato a incriminarsi").
Il giudice che presiede interrogherà l'imputato anche sulla sua situazione personale. Questo serve principalmente a stabilire l'identità dell'accusato e a verificare la sua capacità di stare in giudizio. Inoltre, gli vengono poste domande su precedenti condanne, così come sulle circostanze familiari ed economiche, che possono essere importanti per la valutazione del reato e soprattutto delle sue conseguenze legali.
Segue la fase istruttoria vera e propria, e il Giudice verificherà le prove disponibili, in particolare se i testimoni e gli esperti convocati sono comparsi. I testimoni e gli esperti vengono istruiti prima del loro esame. Nel caso di appuntamenti estesi e lunghi, i testimoni sono spesso convocati in momenti diversi. I testimoni saranno esaminati singolarmente. Se necessario, viene giurato un interprete. Alla fine della loro deposizione, i testimoni devono lasciare l'aula.
Al termine dell'assunzione e discussione delle prove, il pubblico ministero fa un'arringa e conclude con le sue richieste. L'avvocato della difesa può a sua volta fare l'arringa finale. L'imputato é l'ultimo a prendere la ultima parola, se desidera fare altre dichiarazioni. La corte si ritira poi per deliberare sul verdetto e rientra per pronunciarlo. Le sentenze vanno da un'assoluzione a una multa fino a una pena detentiva di molti anni. Dopo alcuni inasprimenti, la sanzione più dura nel diritto penale tedesco è attualmente l'ergastolo con una determinazione della gravità speciale della colpa e la successiva detenzione preventiva. La pronuncia della sentenza conclude così il processo in prima istanza. Il condannato o il pubblico ministero possono appellarsi contro la sentenza entro certi limiti di tempo. Si tratta principalmente di ricorsi o appelli su punti di diritto. Se ciò non avviene, la sentenza diventa definitiva e non può più essere appellata.
Il diritto penale tedesco riconosce l'archiviazione (provvisoria o definitiva) del procedimento penale o il patteggiamento, in l'alternativa all'azione penale che il pubblico ministero, dopo l'esito delle indagini, potrebbe esperire.
Da un lato, c'è la possibilità di un accordo tra la difesa e la pubblica accusa sia durante che dopo la conclusione del procedimento preliminare. Tuttavia, come strumento di procedura penale, il patteggiamento comporta alcuni rischi e incertezze, e quindi la possibilità di un accordo richiede una precisa ponderazione. La controindicazione più pesante è certamente quella che il patteggiamento richiede una confessione da parte dell'imputato.
Inoltre, il pubblico ministero può interrompere il procedimento, se suppone che non ci sia (più) un sospetto sufficiente contro l'accusato. In linea di principio, si applica quanto segue: la causa probabile esiste solo se una condanna da parte del tribunale è considerata più probabile che non. Il vantaggio di una tale interruzione del procedimento è evidente: l'imputato è quasi completamente riabilitato, dato che attualmente non è (più) da considerare come un criminale. Tuttavia, bisogna notare che per quanto riguarda l'interruzione del procedimento, non si verifica alcuna consumazione dell'azione penale. Ciò significa che le autorità inquirenti possono riprendere l'indagine in qualsiasi momento. Inoltre, c'è il rischio che la persona lesa dal reato possa presentare un ricorso contro l'archiviazione e possa anche richiedere un'indagine suppletiva o un'azione obbligatoria.
Un'altra possibilità d'interruzione è offerta nel caso di colpevolezza minore (insignificanza). Questo è possibile solo nel caso di reati minori se il grado di colpevolezza è basso e non c'è interesse pubblico a perseguire il reato, ad esempio perché l'accusato non ha condanne precedenti e le conseguenze del reato sono minori. Anche a questo proposito, va notato che l'interruzione del procedimento da parte del pubblico ministero non comporta una consumazione del procedimento penale. L'interruzione da parte del tribunale d'altra parte, porta a una consumazione limitata dell'azione.
Altrimenti, è ancora possibile interrompere il procedimento sotto condizioni e obblighi posti dal Tribunale a carico dell'accusato e che questo deve seguire, purché la gravità della colpa non lo impedisca. Per questa forma d'interruzione, tuttavia, ci deve essere un sufficiente sospetto del reato contro l'accusato. Strutturalmente, si deve immaginare che l'interesse pubblico all'azione penale sia in una certa misura eliminato dal dall'adeguamento dell'accusato dalle condizioni e agli obblighi stabiliti. Dopo l'adempimento (di solito un pagamento monetario a un'istituzione caritatevole), il procedimento viene definitivamente interrotto e le accuse penali si estinguono. Un'altra caratteristica speciale di questo tipo d'interruzione è che non viene fatta alcuna constatazione di colpevolezza, in modo che l'accusato non abbia una fedina penale sporca, una volta che sia avvenuta l'interruzione del procedimento.
In tutti gli altri casi, il pubblico ministero richiederà il rinvio a giudizio o l'emissione del decreto penale di condanna.
Per esecuzione delle sentenze si intendono tutte quelle misure che si rendono necessarie dopo che una sentenza è diventata definitiva e deve quindi deve essere attuata la pena.
Ció include in particolare
-) l'esecuzione di pene detentive imposte e altre privazioni della libertà;
-) l'esecuzione di misure di correzione e sicurezza imposte;
-) la riscossione delle multe imposte;
-) l'applicazione dei divieti di guida, la revoca delle patenti di guida,
-) la notifica delle condanne al Registro Centrale Federale tenuto dal Procuratore Federale e al Registro Centrale del Traffico tenuto dall'Autorità Federale dei Trasporti a Motore, così come
-) tutte le decisioni di follow-up necessarie a questo proposito.
Nel caso di condannati adulti, questi compiti sono svolti dalla Procura della Repubblica come autorità di esecuzione, e nel caso di condannati minorenni e adolescenti, dai giudici dei tribunali minorili.
La riscossione delle pene pecunarie, qualora questa sia stata irrogata al posto della misura dtentiva, è effettuata dall'ufficio del pubblico ministero. Se il condannato adempie al suo obbligo di pagare, la vicenda termina. Altrimenti, si tenta prima di riscuotere la pena pcuniaria attraverso l'esecuzione contro i beni del condannato. Se anche questo non ha successo, l'autorità di esecuzione ordina l'esecuzione della pena detentiva in alternativa, e la esegue.
Cos'é il decreto penale di condanna in Germania (Strafbefehl)?
Fondamentalmente, il decreto penale di condanna è usato solo se il soggetto è accusato di reati minori per i quali é prevista la pena massima di un anno di reclusione o l'ammenda pecuniaria. Pertanto, nel caso dei cosiddetti reati gravi come la rapina, l'omicidio o l'omicidio colposo, il decreto penale di condanna non è legalmente ammissibile.
In via generale, il decreto penale di condanna è ammissibile per i seguenti reati:
- Piccoli furti
- Insulto
- Lesioni corporali lievi
- Guida in stato di ebrezza
- Truffa minore
- Appropriazione indebita minore
- Allontanamento dal luogo del sinistro
Con lo strumento del decreto penale di condanna, si può ottenere un procedimento penale più veloce e semplificato, che si svolge in un tempo significativamente più breve rispetto al procedimento penale convenzionale. Contrariamente ai procedimenti penali convenzionali, un decreto penale di condanna non comporta che vi sia un'udienza principale alla quale l'imputato debba essere presente di persona. Con il decreto penale di condanna, infatti, l'imputato direttamente una condanna penale in risposta al reato. A prima vista, questo può sembrare un po' "definitivo", ma c'è sempre la possibilità di opporsi e andare a regolare processo.
Qual è la procedura nel caso di decreto penale di condanna?
La persona indagata viene informata per iscritto nella fase iniziale dell'indagine. Questa informazione contiene anche l'accusa esatta del reato. In questo modo, l'eventuale successivo decreto penale di condanna non sarà una sorpresa.
Contrariamente al giudizio penale convenzionale, dove la colpevolezza dell'accusato deve essere provata al di là di un ragionevole dubbio, il "sospetto fondato" è pienamente sufficiente dal punto di vista giuridico per l'emissione del decreto penale di condanna. Di conseguenza, non è necessario che sia chiaramente stabilito che l'accusato abbia effettivamente commesso il reato di cui è accusato.
Si ritiene che esista un sospetto sufficiente laddove la colpevolezza dell'accusato possa essere considerata probabile. Di conseguenza, il pubblico ministero si rivolgerà al tribunale penale competente per l'emissione del decreto penale di condanna, sulla base dell'indagine. La decisione finale in relazione all'emissione spetta esclusivamente al tribunale, che può accogliere la richiesta, respingerla, oppure ritenere che sia assolutamente necessaria un'udienza per chiarire i fatti del caso. In tal caso, non viene emesso alcun ordine di pena, ma l'accusato viene citato a giudizio.
Se il tribunale penale competente accoglie la richiesta del pubblico ministero ed emette il decreto di condanna, l'accusato passa allo status d'imputato.
Cosa fare in caso di decreto penale di condanna?
Quando il decreto penale di condanna viene notificato e lo si ritiene ingiusto, occorre subito contattare un avvocato. Peraltro, in alcuni casi, può avere senso non appellarsi contro l'ordine di pena che è stato emesso e accettare semplicemente la sentenza. Questo ha senso se la persona accusata ha effettivamente commesso il reato e c'è un onere della prova molto schiacciante.
Se ci si vuole opporre, occorre farlo entro 14 giorni a partire dal giorno della notifica, altrimenti l'ordine di pena diventa definitivamente efficace, come una sentenza di condanna vera e propria.
La questione più importante in relazione al decreto penale di condanna va nella direzione di sapere se l'ordine di pena debba essere accettato come tale o no. Una persona accusata non dovrebbe mai prendere questa decisione senza la previa consulenza legale. Un avvocato penalista richiederà la visione del fascicolo d'ufficio e potrà quindi valutare molto meglio le opzioni disponibili. Se l'accusa del reato è effettivamente vera e anche la pena stabilita dal tribunale penale competente è da considerarsi adeguata, il consiglio dell'avvocato difensore sarà in ogni caso quello di accettare il decreto penale di condanna. Tuttavia, se ci sono dubbi fondati sull'accusa, l'opposizione al decreto può essere una misura ragionevole, se vi è effettivamente una possibilità di successo.
L'opposizione al decreto penale di condanna non deve necessariamente contenere una motivazione, ma è certamente utile indicare le ragioni. Con una motivazione fondata, è molto più facile per il tribunale valutare le ragioni per cui l'imputato non vuole accettare la condanna. Se l'opposizione non contiene alcuna motivazione, è molto probabile che il tribunale fissi un'udienza, in cui vorrà poi scoprire le ragioni dell'opposizione.
In relazione all'opposizione, tuttavia, si deve fare una distinzione tra quella illimitata e quella limitata. La differenza tra questi due tipi di opposizione è che l'obiezione illimitata è direttamente posta contro l'intero decreto di condanna, mentre quella limitata è diretta solo contro la pena. Un'opposizione illimitata è sempre utile se il decreto presenta gravi errori di sostanza rispetto ai fatti del caso. L'opposizione limitata si usa di solito se il contenuto del decreto è impugnabile per quanto riguarda i fatti, ma la pena è ritenuta eccessiva.
Nessuno è disposto a essere vittima di un reato. Che si tratti di un borseggio, di lesioni personali gravi o di qualsiasi altro reato, si viene traumatizzati e spesso non si sa cosa fare dopo. Di seguito trovate le FAQ che possono orientarVi.
Come posso denunciare un reato e cosa succede?
Se volete denunciare un reato, potete recarvi in qualsiasi stazione di polizia. Una volta presentata una denuncia penale, non è possibile ritirarla, perché le autorità investigative (polizia e procura) devono in linea di principio perseguire ogni reato denunciato. Solo nel caso di alcuni reati meno gravi (ad esempio, ingiurie o danni alla proprietà) la vittima può decidere se il reato debba essere perseguito. Per questo motivo questi reati sono chiamati anche reati di petizione
Di norma, l'azione penale viene esercitata solo su richiesta, cioè solo se la vittima del reato ne fa esplicita richiesta. La richiesta deve essere presentata entro
entro tre mesi dal momento in cui siete venuti a conoscenza del reato e della persona
e della persona dell'autore del reato.
Cosa succede se non capisco il tedesco o lo capisco solo con difficoltà?
Non importa. Se volete presentare una denuncia vi aiuteranno. Se siete interrogati come testimoni, avete il diritto di avere un interprete presente.
Quali informazioni posso ottenere sul procedimento penale?
Se siete stati vittime di un reato, non sempre avrete la possibilità di avere un interprete e non sempre riceverete automaticamente informazioni sul procedimento penale. Dovete dire, preferibilmente subito alla polizia, se desiderate avere informazioni e quali.
In questo modo:
*_ Riceverete una breve conferma scritta della vostra denuncia penale.
* Sarete informati se l'ufficio del pubblico ministero ha archiviato il caso, cioè non lo ha portato in tribunale per l'azione penale.
* Sarete informati su quando e dove si terrà l'udienza in tribunale e su quali saranno le udienza in tribunale e di cosa sarà accusato l'imputato.
* Sarete informati sull'esito del procedimento giudiziario, ossia se vi è stata un'assoluzione o una condanna o se il procedimento è stato archiviato.
* Riceverete informazioni sul fatto che l'imputato o il condannato si trovi l'imputato o il condannato è in custodia cautelare.
* Vi verrà detto se alla persona condannata è vietato contattarvi.
Inoltre, è possibile richiedere informazioni o copie dei fascicoli in singoli casi. Dopo un incidente stradale, ad esempio, può trattarsi di un identikit di incidente per il quale è necessario richiedere un risarcimento danni o un indennizzo per dolore e sofferenza. Se non siete autorizzati a presentare un'azione accessoria, è inoltre necessario giustificare la richiesta, ossia spiegare perché avete bisogno delle informazioni contenute nel fascicolo.
In singoli casi possono essere previste eccezioni.
La vostra deposizione come testimone
Se siete stati vittime di un reato, siete molto importanti per il procedimento in quanto testimoni.
Di norma, dovete rilasciare la vostra dichiarazione alla polizia.
In molti casi dovrete anche testimoniare in tribunale in un secondo momento. Solo in casi eccezionali, ad esempio se siete sposati o parenti dell'imputato, potete rifiutarvi di testimoniare, cioè non dovete dire nulla.
Tuttavia, è necessario dire il proprio nome e indirizzo quando si viene interrogati. Si può fare un'eccezione se c'è un rischio particolare. Questo può accadere, ad esempio, se qualcuno vi ha minacciato di violenza perché volete testimoniare. In questo caso non è necessario fornire il proprio indirizzo privato. Potete
È invece possibile indicare un indirizzo diverso, che può essere utilizzato per essere contattati.
Testimoniare come testimone è certamente una situazione eccezionale per Voi, che può essere molto stressante.
Per questo motivo, potete anche portare qualcuno con voi. Può trattarsi di un parente o di un amico. Questa persona può essere presente all'interrogatorio e può essere esclusa solo in casi eccezionali. Naturalmente, è possibile farsi accompagnare anche da un avvocato. In casi particolari, può anche essere fornito un avvocato a spese dello Stato per tutta la durata dell'interrogatorio o dell'udienza.
Se pensate di aver bisogno di assistenza per un interrogatorio, sia da parte della polizia, della procura o del tribunale, chiedetelo alla persona che conduce l'interrogatorio prima che abbia inizio!
Posso costituirmi parte civile nel procedimento penale?
Se siete stati vittime di determinati reati, è possibile costituirsi parte civile nel procedimento penale. Si tratta, ad esempio, di stupro, abusi sessuali, tentato omicidio, o un reato che ha che ha portato all'uccisione di un parente stretto. In questo caso avete diritti speciali, ad esempio, a differenza degli altri testimoni, potete sempre assistere all'udienza.
Chi paga il mio avvocato?
Se si richiede assistenza legale, si possono sostenere dei costi. Se l'imputato viene condannato, deve pagare le spese legali. Tuttavia, non tutti i condannati sono in grado di pagare le spese. È quindi possibile che dobbiate pagare voi stessi le spese.
In casi eccezionali, è possibile rivolgersi al tribunale per richiedere la nomina di un avvocato a spese dello Stato. È il caso, ad esempio, di reati gravi di natura violenta o sessuale o se i parenti stretti, ad esempio i figli, i genitori o il coniuge, sono morti a causa di un reato. In questo caso, non importa che abbiate o meno dei beni che vi consentirebbero di coprire le spese.
È possibile richiedere al tribunale un aiuto finanziario per la consulenza legale anche in altri casi. È il caso di chi ha un reddito troppo basso e di chi non ha un reddito sufficiente.
Risarcimento dei danni e delle sofferenze
Anche voi avete subito un danno in seguito a un reato penale o desiderate o desiderate ricevere un risarcimento per il dolore e la sofferenza? Volete far valere questa richiesta immediatamente nel procedimento penale? Di norma è possibile (il cosiddetto procedimento di adesione). Tuttavia, è necessario presentare una domanda. Potete farlo già al momento della denuncia del reato.
Naturalmente, è anche possibile richiedere un risarcimento danni o un indennizzo per il dolore e la sofferenza in un altro procedimento, cioè non davanti al tribunale penale ma davanti al tribunale civile. Anche in questo caso potete chiedere al tribunale un aiuto finanziario per l'assistenza legale se il vostro reddito è troppo basso.
Quali altri diritti ha la vittima del reato?
Se avete subito danni alla salute a causa di un atto di violenza, potete ricevere prestazioni statali ai sensi della legge sul risarcimento delle vittime, ad esempio trattamenti medici o psicoterapeutici.
Se siete stati vittime di attacchi estremisti o di reati di terrorismo, è richiedere l'assistenza finanziaria presso l'Ufficio federale di giustizia. Lì potrete trovare tutte le informazioni sui requisiti e sulla procedura: www.bundesjustizamt.de
In quanto vittima di violenza domestica, avete ulteriori diritti previsti dalla legge sulla protezione contro la violenza. Ad esempio, è possibile richiedere al tribunale della famiglia che all'autore della violenza venga vietato di contattarla.
Cos'è la mediazione tra vittima e reo (Täter-Opfer-Ausgleich)?
È il nome di una procedura che ha lo scopo principale di aiutare la vittima di un reato a superare l'ingiustizia subita. A differenza di quanto avviene in un normale procedimento penale, l'autore di un reato deve affrontare concretamente e direttamente le conseguenze che il suo crimine ha causato alla vittima. Questo può riguardare il danno materiale che la vittima ha subito a causa del reato, oppure le lesioni emotive, le offese personali e le paure causate dal reato. La mediazione tra vittima e autore del reato non si svolge mai contro la volontà della vittima e solo se l'autore del reato è seriamente disposto ad accettare la responsabilità del reato. In casi appropriati, la mediazione vittima-carnefice può servire alla risoluzione del conflitto autodeterminato dalla vittima e al ripristino della pace legale.
Per questo motivo questa procedura viene spesso suggerita dalla Procura o dalla polizia.
Tuttavia, non fa parte del procedimento penale vero e proprio e si svolge al di fuori del procedimento penale.
A questo scopo, esistono uffici e istituzioni speciali che impiegano mediatori professionisti.